Ciao, sono Gianni.

Questo lavoro mi rappresenta perchè credo nell'impegno e nell'offrire il meglio a tutti.


Questo blog l'ho pensato per impegnarmi e non per distrarmi!



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Il mio motto:
'Io t'insegno tu m'insegni! Done!'

domenica 23 novembre 2008

L'inglese....cos'é?

I say: 'Do you speak English?'













Hai mai provato a dare e a dire ad un neonato, creature in inizio dell'apprendimento, un termine inglese? Per esempio: ' mouse ', detto il lingua inglese seppur con l'intonazione della pronuncia "all'italiana" sempre 'mouse' si dirà!

In modo grafico , questa parola si trascrive così in trascrizione fonetica internazionale: [maus].
Alcuni anni dopo, a sei anni e in prima elementare, quella creatura si incontrerà con l'ambiente scolastico (pubblico o privato che sia) e incontrerà nuovamente quella parola.

La incontrerà in vari ambiti di studio, almeno due: in informatica ed in inglese. Quando qualcuno gli dirà di riconoscerla fra le parole scritte di un testo o in un cartello, lui, da studente italiano 'madrelingua', non capirà quello che gli si starà chiedendo e potrà rispondere che 'non c'è'.

Perché? Perché quel bambino si aspetterà di cercare una parola così scritta: 'MAUS', non certo quella che si ritroverà davanti...'mouse'!
Perché alcuni bambini, quelli più delicati e sensibili, cioè ancora caratterizzati dalla percettività dell'attenzione e della conoscenza, si orientano preferibilmente e prevalentemente con la concretezza dei sensi e della esperienza e non possono superare il dato percettivo. Essi restano legati a quell'informazione che non richiede l'astrazione e la rappresentazione della conoscenza.
In pratica, le fasi dell'operazione descritta sono le seguenti:
1- se hanno "pensato" (pensare è un atto rappresentativo primario) che una certa parola, detta e varie volte risentita, suona in un certo modo,
2- e che tutte le parole 'del mondo' seguono la regola che si possono scrivere e leggere usando l'alfabeto ( di cui stanno prendendo possesso in classe),
3-concludono che anche quella parola, di cui conoscono i suoni, dovrà essere scritta con le stesse regole di tutte le parole.
Conseguenza: certi bambini non riconoscono, in quella parola scritta con quelle lettere, la parola che loro si aspettano di vedere. E ne rimangono sorpresi cioè incapaci di superare il loro dato sensibile che gli mostra una parola scritta con altre lettere ma che, qualcuno o un insegnante, gli mostra come essere quella che lui conosce: la parola 'mouse'.
Questo fatto, scolasticamente consueto, dimostra l'importanza di non sottoporre i bambini della scuola elementare, nei loro primi due anni di scuola, all'impatto con la lingua inglese scritta.
I bambini nei loro primi due anni di scolarizzazione sono impegnati nell'atto dell'alfabetizzazione in lingua italiana, cioè sono impegnati a conquistare l'alfabeto italiano. E' un impegno importante e decisamente faticoso che i bambini vivono come fondamentale.

Presentare loro, in questo periodo scolastico, parole che ubbidiscono ad altre leggi alfabetiche è sbagliato. Perché? Perché i due alfabeti conflittuano. Il conflitto lo si legge veramente nel viso di quei bambini che più faticosamente cercano di conquistare il loro traguardo più vicino: divenire alfabetizzati ed italiani.

E..l'inglese? Nessun problema! L'inglese si parla! Si parla e non lo si scrive: si dialoga, si conversa, si ascolta, si dice, si sente. E' strano affermare che una lingua si possa 'parlare'? Tutto il mondo inglese si indica e si vive, si canta e si tocca, si danza e si gioca, ci si avvicina ad esso senza aver bisogno delle sue "lettere scritte".

Quando arriverà in giorno della scrittura della lingua inglese? Il giorno lo deciderà il bambino stesso! Quando i bambini useranno la lingua con padronanza, sapranno esprimersi con essa e sapranno distinguere le parole fra le parole delle frasi che usano, allora sarà venuto in tempo di presentare loro le parole nella forma della scrittura.

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