Ciao, sono Gianni.

Questo lavoro mi rappresenta perchè credo nell'impegno e nell'offrire il meglio a tutti.


Questo blog l'ho pensato per impegnarmi e non per distrarmi!



Ho già creato un blog per distrarmi, con cui divertimi,in cui scrivere e pubblicare 'cose' leggere.


Il mio motto:
'Io t'insegno tu m'insegni! Done!'

domenica 16 dicembre 2012

Ma chi è l’elettore?

Ma chi è l’elettore?


Chi è? Cioè, egli ha un nome ed un indirizzo? E’ un individuo reale?

Dalle parole dei politici (es Formigoni, 2012) l’elettore esiste. Tant’è vero che , in questi giorni, Formigoni lo chiama e lo nomina tantissime volte ( “Io devo rendere conto al mio elettorato non ad altri!”, dice ). Ma anche altri politici dicono così. L’elettore è sempre nominato e chiamato ed è sempre sulla bocca di tutti i politici. Sembra che esista davvero, dico io. Ma cercandolo davvero non si trova e soprattutto non arriva mai a tempo. Come mai? In questi giorni alcuni politici dovranno rispondere di fronte alla legge, di vari fatti che i magistrati contestono loro con l’ipotesi di peculato. Ecco, i magistrati si conoscono. Hanno nomi, i magistrati hanno un nome ed un cognome ed hanno una sede dove trovarli, se si vogliono incontrare di persona. Anche i politici hanno nomi e facce e sappiamo dove operano e assolvono ai doveri di politici. L’elettore no. Anche il giornalista ha un nome: si chiama , per es. Ezio Mauro, oppure Sallusti, oppure altri nomi che conosciamo. Ma dell’elettore no. Non sappiamo nulla di lui. L’elettore è senza nome, anonimo, e senza volto, invisibile. Ma tutti lo invocano. Anzi i politici fanno di più: lo eleggono sovrano! Formigoni dice proprio che solo al suo elettorato deve rendere conto dei suoi comportamenti ( solo dei suoi comportamenti pubblici od anche di quelli privati?) Questo politico dichiara di essere pronto a render conto all’elettorato! È molto bello , questo! Ma chi è l’elettorato? Sono io? Io ho un nome ed un indirizzo, io esisto e adesso sono qui che scrivo. Io pongo domande, eccomi qui. Ma secondo lui io non sono adatto a valutarlo e ad esprimere un giudizio nei suoi confronti. Perché? Perché io non sono riconosciuto da lui, politico, come suo elettore! Certo! Se l’elettorato non ha nome nè viso, lui non mi può riconoscere e neppure sapere che sono io un suo elettore. Dunque? Dunque non deve rendere conto a me, persona reale, dei suoi comportamenti politici! Il politico deve rendere conto solo al suo elettorato! A chi? All’ invisibile? A nessuno in fin dei conti! Solo al termine del mandato elettorale e al termine della legislatura, lui, il politico dovrà interrompere il suo ruolo di politico e sperando di tornarci con un nuovo mandato elettorale, facendosi rieleggere. Dunque ancora, per tutto il tempo della legislatura il politico è intoccabile. Intoccabile dalle persone ‘reali’: dal giornalista che gli pone domande a cui lui non risponde…perché non è a lui che deve rendere conto , ma solo al suo elettorato! Neppure al giudice, perché un magistrato è reale, ma solo al suo elettorato! Neppure al politico collega, ma solo al suo elettorato! E neppure a me che l’ho eletto, ma ‘solo al suo elettorato’! Perché non …a me? Non sono io il suo elettore? Il politico non deve rendere conto ai cittadini perche il cittadino è reale cioè non ha gli attributi dell’elettore: l’elettore è altro da me! L’elettore è sconosciuto e disconoscibile. Il singolo individuo non sarà mai riconosciuto come valore. Il politico rifiuterà in questo modi tutti i confronti posti da persone reali e chiamerà a testimone l’invisibile e astratto elettore come unico destinatario di un diritto di controllo sui suoi comportamenti pubblici. Il Popolo non esiste, è irreale, è invisibile, è anonimo, ma è …sempre buono da enunciare in tutte le salse e quando è comodo. Ma arriverà il giorno della fine legislatura ed allora il politico tremerà di paura di non essere riconosciuto!

domenica 26 febbraio 2012

La politica come arte di governare la cosa pubblica.

Chi ha la passione dell'impegno politico ai tempi d'oggi non può che mettersi le mani nei capelli per quanto si osserva nel mondo della politica dei nostri giorni.Troppo e del tutto sproporzionato  sia nel senso della logica e sia nel senso dell'etica. E fin anche il buon senso si disgusta per ciò che accade nel Parlamento del nostro Paese. Ma sospendendo il giudizio per ' la politica di tutti i giorni', quella politica dei politicanti di mestiere o di gente servile al l'uomo forte di turno,  rimane l'interesse per la politica rivolta alla scuola: la scuola di tutti e la scuola di noi tutti, dei cittadini e dell'intero personale docente. Vedo la scuola d'Italia dall'osservatorio della mia scuola dove lavoro ed opero da tanti anni.